NAUFRAGIO SUL PIANETA IDUNA by Urania 0927

NAUFRAGIO SUL PIANETA IDUNA by Urania 0927

autore:Urania 0927 [0927, Urania]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: genere
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Dopo aver richiuso e bloccato i due portelli, ci ritenemmo abbastanza al sicuro per la notte. Esausti dalla lunga marcia, stanchi per aver dormito poco e male la notte prima, ci avvolgemmo in alcune coperte e ci sdraiammo sulle cuccette.

Mi destai nel cuore della notte. Forse avevo sognato, ma mi era parso di sentir cantare. Solo che non era una delle solite melodie della "Gente che Canta", ma una musica spiacevole, dura, direi minacciosa. Ma ero troppo insonnolito e mi riaddormentai.

La mattina cominciammo a radunare le cose che avremmo portato con noi: coperte, indumenti e alcuni oggetti che potevano essere utili a Inga e ai bambini. Avevo sperato di poter prendere anche qualche frammento di lamiera, ma rinunciai perché sarebbe stato poco agevole portarli.

Finimmo di preparare i fagotti prima di mezzogiorno e quando fummo pronti il babbo disse che voleva sostare per qualche minuto da solo accanto alla tomba della mamma. Io montai la guardia dall'alto del mucchio dei rottami, ma non scorsi né mostri né saettanti creature brune come quella che avevo intravisto nella cabina.

Dopo una lunga notte di riposo sulle cuccette ed essere riusciti nel nostro intento, ci sentivamo pieni di vigore e di fiducia. Con gli indumenti pesanti, le coperte e tutto il resto, la famiglia Evenson avrebbe potuto affrontare il più crudo degli inverni.

Mentre attraversavamo la diga naturale indicai a mio padre il vicino oceano. - La stiva della nave è caduta qui vicino, quando la nave si è schiantata a terra.

- Ricordo… Il momento in cui siamo atterrati è stato uno dei peggiori della mia vita - disse il babbo. - Avevo un solo pensiero fisso in mente: raggiungere la terraferma. Sapevo che se fossimo finiti in mare non ci sarebbe stata speranza di salvezza per nessuno.

- Chissà se questo mare comunica con quello al di là delle montagne.

Mio padre posò il fagotto e si avviò verso la riva. Unì le mani a coppa e raccolse un po' d'acqua, che assaggiò. - Strano - disse poi. - Questa è salata, mentre quella dell'altro mare non lo è. Direi quindi che i due mari non comunicano. Probabilmente questo è un vero e proprio oceano abbastanza antico da esser diventato salato attraverso i millenni. Invece l'altro, al di là delle montagne, dev'essere un lago di formazione più recente. Comunque ho trovato la risposta a una delle mie domande. Se il mare è salato, vuol dire che esiste del sale sul pianeta. Noi abbiamo bisogno di sale, e prima o poi sarà necessario trovarne un deposito, a meno di tornare qui ed estrarre il sale dal mare.

- È possibile?

- Non è facile, Peder. Prima bisogna costruire una salina, riempire la cavità d'acqua e lasciare che il sole la faccia evaporare. È un procedimento lungo e noioso che si conclude con uno scarso quantitativo di sale. Spero che non si debba arrivare a questi estremi.

Ci rimettemmo in cammino tenendo gli occhi ben aperti, ma i soli animali in cui ci imbattemmo furono quelle bestiole simili ai daini, che si allontanavano vedendoci arrivare.



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